I Monti Lepini si sa, vuoi per la vicinanza al mare vuoi per le quote non particolarmente elevate, si ammantano di neve non
tanto frequentemente e quando ciò avviene scatta un’irresistibile attrazione su quanti frequentano queste belle montagne.
E così ci troviamo di buon’ora con l’amico Giacomo a Carpineto Romano per una veloce colazione prima di raggiungere l’area
di sosta a Piano della Faggeta. La neve ci accoglie quasi subito ai lati della sterrata che attraversa il vasto pianoro ed
in leggera pendenza conduce all’inizio del sentiero (palina con indicazione per il Monte Erdigheta) che si inerpica in un bosco dove si incontrano alcuni esemplari di faggi vetusti.
Sempre guidati da una fitta trama di segnavia si giunge in breve fuori dalla macchia su di un bell’affaccio verso il cono
sommitale del Pizzone oggi in bianca veste invernale, come anche la breve ma panoramica dorsale che congiunge alla poco marcata cime dell’Erdigheta.
Transitando per queste due cime in giornate di meteo sereno la vista spazia molto lontano sulle coste tirreniche e le Isole
Ponziane risaltano dalla lucida superficie del mare, mentre in giornate limpide anche Ischia sembra essere a portata di mano.
Dopo una remunerativa camminata sulla linea della cresta e superato il monte Erdigheta il sentiero prosegue scendendo ad una
sella per poi risalire sulla propaggine meridionale della lunga dorsale boscosa del Monte della Croce che in realtà, se
non fosse per l’appunto per una croce su di un risalto, nemmeno si noterebbe pur passandoci sopra; il vero interesse a
percorrere il sentiero risiede nella faggeta costellata di altissimi alberi che si ha l’opportunità di attraversare ricavandone
delle belle sensazioni, esaltate quest’oggi dalla neve scesa copiosa nella notte che ricopre ogni dove creando un’atmosfera a tratti magica.
Dopo un lungo tratto in piano di gradevole passeggiata il sentiero affronta un ultimo tratto ripido fino a portarsi allo scoperto
proprio di fronte alla vasta cima del Semprevisa ormai prossima, giungendo così sul “tetto” dei Monti Lepini da cui si godono
notevoli panorami in ogni direzione, sia verso la costa che su un’ampia porzione della dorsale appenninica.
Per il ritorno si può chiudere un interessante percorso anulare superando l’ampio avvallamento a nord della cima e portandosi
lungo la linea della crinale che si segue fedelmente avendo begli scorci verso la costa tirrenica fino a rientrare in un bosco di
alti faggi ormai nei pressi del Valico di Mezzavalle, crocevia strategico di sentieri da e verso ogni punto cardinale.
Giunti alla palina con cartelli nel mezzo della sella si prende a scendere per il lungo Fosso di Mezzavalle, dapprima un vasto
vallone allo scoperto che poi va restringersi con sentiero a tratti ripido che ne segue fedelmente il fondo. Usciti dal bosco la
valle torna ad aprirsi con una bella vista d’insieme sul pianoro della Faggeta che si raggiunge su comoda traccia attraversando una macchia di ginepri e lecci.
Un’escursione molto remunerativa dunque, vuoi per la varietà degli ambienti che si ha l’opportunità di attraversare ed anche
perché porta a toccare la massima elevazione dei Monti Lepini.